Nella Doc di Breganze una Cantina immersa nella natura: Io Mazzuccato, tra gusto e sperimentazione
La Cantina Io Mazzucato si trova ai piedi dell’Altopiano di Asiago, immersa nel verde delle colline, tra i vigneti, tipici della Doc di Breganze.
Il territorio, nel quale si trova è di natura collinare e si estende tra la pianura padana e le prealpi vicentine. Ai primi vigneti di Cabernet e Merlot, piantati una ventina di anni fa, si è giunti alla superficie attuale di 15 ettari piantando i vitigni tipici della Doc Breganze, quali l’autoctono Vespaiolo, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, Chardonnay e Carmenere.
Le uve rosse e bianche, le cui migliori caratteristiche vengono esaltate dal territorio ricco di minerali e dal clima tipico della fascia pedemontana, sono curate con passione professionalità dalla giovane famiglia che guida a cantina e che le lavora in uno spazio che crea un ottimale connubio di tradizione e tecnologia per ottenere i migliori risultati dalle nostre uve: serbatoi di acciaio per la vinificazione e botti in rovere per l’affinamento.
Dopo l’esperienza che Andrea Mazzucato ha raccolto in altre realtà vinicole, ora lui e la moglie Laura hanno dato vita ad un loro progetto, che lega il vino alla ospitalità e alla condivisione, con estrema attenzione ai dettagli, il tutto reso più vivace e frizzante dai tre figli della coppia, Matteo, Rebecca e Leonardo.
Andrea, da dove nasce la passione per il vino?
Fin da piccolo sono rimasto affascinato dal lavoro di mio nonno Clemente nella vigna. Con il tempo i ricordi si sono trasformati in passione, fino a quando, oramai uomo, ho dovuto impiantare 10 ettari di vigneto per un ricco signore. Da quel momento non mi sono più fermato e la sete di conoscenza dell’affascinante trasformazione delle uve in vino è diventata talmente forte che si è tramutata in lavoro.
Voi siete una cantina giovane, che lavora in un territorio dalla grande e lunga tradizione, cosa significa per voi questo confronto con la storia e la tradizione e l’innovazione che invece portate voi?
Lavorare in un territorio di tradizione vitivinicola significa per prima cosa rispettare la sua memoria, la sua storia e nel contempo portare naturalmente uno spirito proprio legato all’età mia e della mia famiglia, alle nostre esperienze.
Com’è nato il desiderio di dedicare il vino, Io e il Bacalà, proprio al baccalà, un ingrediente presente su tutto il territorio vicentino e non solo?
Io e il Bacalà nasce da un a idea di Roberta Moresco, sommelier professionista AIS, che ha avuto la fiducia di coinvolgermi in questo affascinante progetto e permettermi di realizzare questo vino in abbinamento ad un piatto del nostro territorio e dalla lunga storia e tradizione.
Cosa pensi vi riservi il futuro?
Il futuro ci riserverà sicuramente delle entusiasmanti esperienze e soddisfazioni. A Natale di quest’anno ci sarà la sboccatura delle prime bottiglie di metodo classico bianco e rosè. Inoltre, la nostra intenzione è quella di produrre anche vini biologici, ricavando il meglio dal nostro territorio.
Eleonora Garzia, detta Lele, classe 1984, è nata e cresciuta tra i fornelli delle forti donne della sua famiglia.
Appassionata di cucina, ristorazione, amante del vino e della birra e dipendendente dal caffè.
Il suo motto è “conoscere da dove si parte per sapere dove si sta andando“, per questo studia la tradizione culinaria per reinterpretarla e innovarla a suo modo, senza perdere il contatto con le proprie radici.
Si sposta tra Vicenza e Trieste sempre in treno, così da poter divorare pagine e pagine dei libri che ama. Non appena ha un attimo libero va a camminare con il suo fidato cane Mojito.
L’amore e la passione per l’enogastronomia l’hanno portata ad aprire il suo blog di cucina nel 2014, Cooking Lele, e ad importanti collaborazioni, come quella con la guida gastronomica Ristoranti Che Passione, per la quale è critica gastronomica.
Membro dell’Associazione Italiana Food blogger, copywriter e storyteller.