Inaugura il 14 Dicembre 2018, con una selezione completamente rinnovata, il terzo biennio del Museo del Gioiello di Vicenza, promosso da Italian Exhibition Group Spa in partnership con il Comune di Vicenza
Rinnova completamente la propria collezione il Museo del Gioiello di Vicenza – il progetto di Italian Exhibition Group Spa in partnership con il Comune di Vicenza.
310 pezzi unici ed esclusivi, capolavori di valore inestimabile, molti dei quali appartenenti a collezioni private che generalmente non sono accessibili né al pubblico né agli operatori del settore, un racconto originale e inedito della storia del gioiello attraverso un “mix di contemporaneità, suggestioni del passato e proiezioni nel futuro” e 9 curatori di fama internazionale per interpretare lo straordinario spazio espositivo situato all’interno della magnifica Basilica Palladiana.
Il Museo del Gioiello è diretto da Alba Cappellieri, Professore Ordinario di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, oltre che principale studiosa del gioiello in Italia, e si sviluppa in un percorso espositivo che affianca a una collezione permanente, rinnovata a ogni biennio, una rotazione di esposizioni temporanee tese a offrire una continua attrattività grazie all’originalità delle sue proposte culturali.
La terza edizione inaugura il 14 Dicembre 2018 e sarà visitabile fino alla fine del 2020.
Al suo ingresso il visitatore è accolto dalla collana ‘Flora High Jewellery’ di Bulgari. È il gioiello scelto dalla professoressa Cappellieri, come emblema della terza edizione.
“Ho scelto questo oggetto straordinario perché è un omaggio alla manifattura e alla bellezza italiana. Bulgari si ispira ai dipinti di Sandro Botticelli, la cui grazia eterna si riverbera in questo prezioso e delicato bouquet fiorito e la splendida manifattura esalta la capacità artigiana italiana.”
L’innovazione del Museo del Gioiello è quella di interpretare il gioiello secondo valori, estetiche e contenuti profondamente diversi e per questo rappresenta un unicum al mondo. Il percorso espositivo si snoda attraverso 9 sale ognuna delle quali accoglie una diversa accezione del gioiello, in un pluralismo di contenuti, epoche, geografie e provenienze. Sono il gioiello come Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Icone e Futuro, ciascuna, nella nuova edizione, affidata a un curatore di fama internazionale che ne ha interpretato il significato attraverso preziosi di straordinaria bellezza e inestimabile valore.
È di Pascale Lepeu – direttore della collezione Cartier da oltre 30 anni – la selezione della SALA SIMBOLO che ospita gioielli straordinari capaci di raccontare la potenza simbolica degli ornamenti. Simbolo di potere, di ricchezza, di religione, regalità, manifattura: la sala offre una visione eterogenea del gioiello e dei suoi tanti ruoli nel tempo.
A Cristina Boschetti – archeologa, esperta di produzioni artistiche del Mediterraneo Ellenistico e Romano – è affidata la SALA MAGIA: amuleti e talismani protettivi, monili propiziatori per allontanare influenze maligne. Oggetti eterogenei che impiegano materiali profondamente diversi tra loro, indifferentemente poveri o preziosi, che alludono a forze superiori e a valori atemporali. Attraversare la sala offre un’esperienza forte e suggestiva.
Per la SALA FUNZIONE Massimo Vidale – professore di Archeologia dell’Università di Padova – ha scelto di focalizzare l’attenzione sulla funzione comunicativa del gioiello. Sono sigilli, gioielli dei guerrieri di diverse culture, fino agli anelli e ai pendenti utilizzati dai rapper, elementi che aiutano a costruire e a comunicare l’identità di chi li indossa.
L’interpretazione della SALA BELLEZZA è di Patrizia di Carrobio – esperta di diamanti a New York -. Per lei i gioielli trasferiscono bellezza in chi li ammira. Il tema è il gioco, in un mix affascinante di valori, dove l’alta gioielleria si mischia con gioielli moda.
A Marie-José van den Hout, – celebre gallerista olandese, fondatrice della Marzee, la galleria indipendente più grande del mondo – è affidata la SALA ARTE. Il tema è l’oro e il racconto si dipana attraverso i processi di sperimentazione degli artisti internazionali, che non hanno avuto timore di portare al limite la creatività e la sperimentazione ottenendo risultati sorprendenti.
Nella SALA MODA, curata da Chichi Meroni, anima creativa de l’Arabesque Cult Store di Milano – importante wunderkammer di costume jewelry, moda e mid-century design – il visitatore viene accompagnato in un viaggio nel quale, lasciandosi trasportare dai bijoux creati per la moda tra gli anni 20 e gli anni 80, toccherà nove isole nella storia del “bijoux de couture” e del suo legame con le sette arti maggiori e che in questa Sala vedono finalmente accolti anche la moda e il design.
Curata dalla stessa Alba Cappellieri è la SALA DESIGN. La selezione è dedicata ai “designer senza design” a quei designer, cioè, che non hanno esplorato altri prodotti che non fossero il gioiello. Si tratta di una riflessione che riporta i designer orafi, che sono al tempo stesso anche artigiani e autori, nell’alveo del design che li ha troppo a lungo ignorati e ci dimostra la permeabilità e la trasversalità del design del gioiello.
La SALA ICONE è curata da Gabriele ed Emanuele Pennisi, importanti gioiellieri antiquari milanesi, specializzati nel gioiello antico. È una selezione dedicata all’Europa, ospita capolavori del passato tra il XVII e il XX secolo, icone dei loro tempi: dalle straordinarie montature dell’800 alla manifattura mirabile dei gioielli in smalto, fino ai sigilli e ai ritratti di personaggi famosi.
L’ultima sala, quella del FUTURO, è curata da Olga Noronha, fashion designer internazionale. I suoi punti di vista sul gioiello del futuro includono prospettive differenti e multidisciplinari. È un’anticipazione del futuro: dalla gioielleria digitale che modifica il corpo ai gioielli invisibili che si innestano sottopelle, dai gioielli terapeutici ai gioielli home made che si possono autoprodurre.
“Il Museo del Gioiello è il primo in Italia e uno tra i pochi musei al mondo, dedicati esclusivamente al gioiello. – ha detto Marco Carniello, direttore della divisione Jewellery and Fashion di Italian Exhibition Group – È un unicum di cui andiamo fieri perché contribuisce a rendere Vicenza il “cuore” del gioiello a livello globale. L’arte gioielliera italiana trae valore dalle sue origini e consideriamo un dovere preservarle, conservarle e renderle disponibili per diffonderne ovunque la cultura”.
Museo del Gioiello di Vicenza
Il Museo del Gioiello offre una visione di “spazio museale”, fruibile e multifunzionale, che integra momenti progettuali diversi e si ricompone in un “Museo mutante”, capace di attrarre visitatori di diversi interessi e sensibilità, come solo alcuni rarissimi esempi di Musei del Design internazionali sono capaci di fare.
L’esperienza di fruizione è così assolutamente libera e invita ciascun visitatore a vivere il proprio percorso personalizzato, lasciando a ciascuno la creazione del discorso che lega le diverse opere e i diversi significati.
Giornalista veneta da sempre appassionata ed esperta di comunicazione a 360° tra copywriting, digital strategy, Social Media, scrittura SEO oriented, anche telegiornalista e presentatrice.
Ilaria ama parlare, scrivere e raccontare storie, soprattutto se riguardano ciò che è bello, dalle arti alle idee e ai personaggi.
Multitasking creativa dal digitale alla carta stampata, collabora con diverse realtà editoriali internazionali in particolare negli ambiti della cultura, dello spettacolo, degli eventi, dello sport e dell’innovazione.
Nel corso degli ultimi anni ha creato numerosi progetti di informazione e approfondimento sul digitale (e non solo), tra cui King’s Road magazine, I Diari di Casanova, CreatiVity stories e Cosa Fare in Veneto.
È l’ideatrice e direttrice anche di Gatte Vicentine, il magazine dedicato alle donne della sua città, Vicenza, nato dalla volontà di unire l’informazione di stampo giornalistico, gli approfondimenti tra lifestyle e storie e i contributi di personalità, associazioni, ordini e realtà del territorio al servizio delle donne.